Un’esperienza costruttiva e di crescita personale. Potrei descrivere in questi termini la tre giorni che ho vissuto a Verbania dal 22 al 24 luglio, organizzata dai ragazzi di GA (Giovani delle Acli) Milano che aveva al centro della sua proposta l’obiettivo di approfondire i temi legati alla giustizia sociale, alla legalità, ai diritti umani attraverso il confronto tra noi partecipanti e la conoscenza di varie esperienze e progetti che proprio a Verbania sono molto fruttuosi. Ma come sono stato coinvolto in questa iniziativa? Partecipare al weekend organizzato da GA era formativo all’interno del percorso di Servizio Civile che sto svolgendo con le ACLI, permettendomi di andare a fondo a tematiche che rincontrerò all’interno del mio anno di volontario.
Il primo incontro, dopo l’arrivo, il pranzo e le conoscenze di rito si è svolto nel pomeriggio di venerdì, con l’associazione Libera. Ma cos’è Libera? Come è stato raccontato dalla volontaria dell’associazione che è venuta ad incontrarci, nasce nel 1995, fondata da don Luigi Ciotti e si propone di sensibilizzare la società civile nella lotta alla criminalità organizzata e di favorire la creazione di una comunità sociale che abbia dei solidi anticorpi, alternativi alla cultura mafiosa. Subito dopo è venuto il momento del racconto di Stefano Ambrosoli, nipote di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato che aveva il compito di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona e che fu per questo assassinato l’11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dallo stesso Sindona. Il racconto della sua vita, del suo impegno per le sue istituzioni e la testimonianza che porta sono stati molto profondi, una testimonianza viva su una personalità che attraverso il proprio lavoro ha mostrato un enorme rispetto per il proprio lavoro e per la ricerca della verità.
Il giorno successivo in mattinata ci si è spostati in un altro luogo di Verbania, presso il ristorante sociale “Gattabuia”, gestito da detenuti del carcere di Verbania. L’esperienza è stata estremamente interessante: inizialmente, attraverso dei tavoli di lavoro, abbiamo discusso del tema delle condizioni delle carceri e sul futuro reinserimento dei detenuti nella vita di tutti i giorni. Ciò mi ha permesso di riflettere in maniera profonda sulle problematiche che ha dovuto affrontare chi ha passato un periodo della propria vita in carcere per poter avere un futuro stabile una volta terminato il periodo detentivo e della difficoltà di avviare progetti tra istituzione carcerarie ed associazioni/aziende per garantire un futuro lavorativo a queste persone.
In seguito, è stato il momento di ascoltare la testimonianza di un detenuto del carcere di Verbania che partecipa al progetto di Gattabuia: ci ha raccontato la sua storia e il motivo per cui ha deciso di partecipare a questo progetto. Un incontro che mi ha fatto riflettere soprattutto sul lato personale del detenuto, sulle difficoltà di accettare il proprio errore e la fatica di cercare il perdono.
Dopo aver pranzato tutti insieme presso lo stesso ristorante Gattabuia, nel pomeriggio ci siamo recati presso il Kantiere, un ex asilo per i figli degli operai del quartiere industriale della cartiera e che a partire dal 2002 si è trasformato in un centro culturale di aggregazione giovanile, gestito attivamente dall’associazione 21 marzo legata a Libera e recentemente rinnovato durante il periodo COVID. Dopo aver visitato l’edificio ed aver ascoltato la storia del Kantiere e del suo rapporto con Verbania, ci è stato proposto un gioco di ruolo: attraverso un’attività ludica abbiamo potuto comprendere mettendoci in gioco temi importanti come il rapporto tra istituzioni e associazioni mafiose e lo spazio che possono avere i cittadini nella nella lotta alle convivenze con la criminalità organizzata.
In conclusione della mia esperienza insieme ai ragazzi e alle ragazze di GA posso dire sono stati giorni fruttuosi, soprattutto grazie ai comuni momenti di conoscenza con altre persone e al confronto con i progetti che abbiamo incontrato. Sono stati momenti che mi hanno permesso di cogliere appieno la grande complessità della realtà della legalità e di approfondire in modo profondo temi non banali. Una lezione che mi sarà molto utile nel mio percorso di crescita. (Marco Terragni)