Dopo Bruxelles: urgente rafforzare l’Europa

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Le ACLI Milanesi ritengono che sia giunto il momento per un esercito unico europeo, più moderno e capace di dispiegamento rapido, e ritengono che vada velocemente strutturato un apparato di intelligence unico a livello di Unione Europea.

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“Occorre che le persone sentano la città come la propria dimensione di vita, che in una città ci sia posto per tutti: un posto per pregare, un posto per amare, un posto per lavorare, un posto per pensare, un posto per guarire. In questo quadro i problemi politici ed economici, sociali e tecnici, culturali e religiosi della nostra epoca prendono una impostazione elementare ed umana. Appaiono quali sono: problemi che non possono più essere lasciati insoluti.”

Questa frase, del Sindaco di Firenze Giorgio La Pira sono le prime che ci sono venute in mente nel momento in cui sono arrivate le prime notizie dei recenti attentati a Bruxelles.

Prenderci cura delle nostre città, come luogo di risoluzione dei conflitti è la via maestra che le ACLI di Milano ritengono si debba perseguire per affrontare in modo radicale la recrudescenza terroristica.

Prenderci cura al contempo delle nostre città e della nostra Europa. C’è bisogno oggi di più Europa. La rinascente Europa delle piccole patrie si infrange non solo contro i nuovi muri di Idomeni e dell’Ungheria di Orban, ma anche contro l’impossibilità di disporre di una rete di sicurezza, di intelligence, di giustizia autenticamente di dimensione europea.

Le ACLI Milanesi ritengono che sia giunto il momento per un esercito unico europeo, più moderno e capace di dispiegamento rapido, e ritengono che vada velocemente strutturato un apparato di intelligence unico a livello di Unione Europea.

Già nel 2001, dopo i tragici attentati a New York e Washington, abbiamo sostenuto la necessità di rafforzare l’apparato di intelligence, piuttosto che partire con guerre in Paesi instabili e pericolosi.

Abbiamo avuto ragione: 15 anni di guerre non hanno stabilizzato l’area del Vicino Oriente e Nord Africa, che anzi ha visto ampliare a macchia d’olio la fascia destabilizzata, e ha portato la guerra in casa nostra.
Quando scoppiò la Rivoluzione in Piazza Tahrir al Cairo, l’allora Segretario di Stato Hillary Clinton dichiarò che gli USA non avevano idea di chi fossero le persone che chiedevano un cambio radicale nella gestione del potere in un paese fondamentale come l’Egitto. Ciò era semplicemente inammissibile, come è inammissibile che nel cuore dell’Unione Europea e della Nato, in una città come Bruxelles che i giornalisti dichiaravano quasi blindata, sia potuto succedere quello che è successo.
Questo è il fallimento della politica degli interventi militari da una parte e di un acritico inglobamento di popolazione di origine non europea nelle nostre città, senza stabilire insieme le regole per una sana e pacifica convivenza civile.

Da oggi dobbiamo rafforzare l’Europa, sia per quanto riguarda, lo ribadiamo, le strutture di sicurezza e di intelligence, sia per quanto riguarda la costruzione di un sogno europeo, la condivisione di elementi fondanti per un futuro comune tra tutte le persone che hanno scelto il nostro continente per dare un futuro a sé e ai propri figli. Insieme.