
INCONTRO: Paolo VI, il mondo del lavoro e le ACLI
Il circolo Acli ‟Achille Grandi” di Melzo ha promosso, per l’anno sociale in corso, un ciclo di tre incontri incentrato sulla figura di Paolo VI, con lo scopo di far emergere lo spirito riformatore e innovatore del suo pontificato, a fronte di letture storiche riduttive o tendenti ad attribuire a Montini uno spirito preconciliare.
Nel primo incontro (21 ottobre 2022) la riflessione si è incentrata sul tema della pace in correlazione alle ingiustizie globali; nel secondo (24 marzo 2023) sul rapporto fra religione, cultura e arte. In entrambi i casi, con la guida di relatori competenti, abbiamo potuto rilevare lo sforzo del pontefice di portare avanti l’‟aggiornamento” avviato dal Concilio Vaticano II.
La vicenda storica delle ACLI, intrecciata strettamente con la biografia di Giovanni Battista Montini, ha suggerito il tema del terzo incontro: ‟Paolo VI, il mondo del lavoro e le ACLI”, che si terrà giovedì 11 maggio, alle ore 20.45, presso la Biblioteca ‟Vittorio Sereni” di Melzo (via Pasta, 43).
Ben prima di diventare Papa, Montini si interessò all’idea di un’organizzazione cristiana che si prendesse cura dei lavoratori e fu vicino al movimento aclista alla sua nascita, nel 1944, e poi nei momenti difficili – ad esempio dopo la rottura dell’unità sindacale nel 1948 -, e in particolar modo quando, dal 1955, fu alla guida della diocesi di Milano e si guadagnò l’appellativo di ‟arcivescovo dei lavoratori” per la sua attenzione costante ai loro problemi e la sua presenza nei luoghi di lavoro.
Il legame delle Acli con Paolo VI risulta utile per mettere a fuoco alcuni nodi del confronto tra Chiesa, cattolici e modernità nel nostro Paese: per esempio i temi del rapporto fede-politica, del ruolo e l’autonomia dei laici, dell’ispirazione cristiana dei movimenti sociali e politici, del pluralismo nelle scelte politico-sociali dei cattolici. Nella storia del movimento aclista, tali problematiche trovarono una significativa elaborazione proprio durante il pontificato di Paolo VI, determinando momenti fortemente critici, soprattutto negli anni Settanta, dopo che la Cei aveva disconosciuto le Acli come movimento ecclesiale e lo stesso Paolo VI aveva deplorato la svolta politica dell’associazione, enunciata al convegno annuale di Vallombrosa con l’ipotesi socialista.
La relazione introduttiva del terzo incontro sarà a cura del Maurilio Lovatti, autore del volume Giovanni XXIII, Paolo VI e le ACLI (Morcelliana 2019), che si interroga sul senso di una rinnovata presenza politica e sociale come aclisti e cristiani.
Consideriamo questo terzo incontro un nuovo punto di partenza. È nostra intenzione infatti proporre, a partire dal prossimo autunno, con il contributo progettuale della zona ACLI e dei circoli dell’Adda Martesana, altre iniziative per ricostruire il percorso delle ACLI nei decenni successivi e fino ai nostri giorni, per mettere a fuoco i problemi e le scelte che hanno accompagnato la vita dell’organizzazione. Se vogliamo che la storia delle ACLI continui a essere ‟una bella storia italiana”, come recita il titolo di un interessante libro di Carlo Felice Casula, è importante, anche a partire dalla nostra esperienza storica, intraprendere lo sforzo per declinare il nostro “‟mestiere” in un contesto sociale radicalmente mutato.