Francia: la decadenza della nazionalità

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Progetto di legge che prevede la perdita della cittadinanza francese per chi ha commesso stragi a sfondo terroristico e abbia una seconda nazionalità, cosicché perdendo quella transalpina non divenga un apolide.

A un anno dall’attacco terroristico al settimanale Charlie Hebdo (e al supermercato ebraico) e a due mesi dalle stragi al Bataclan e ai ristoranti parigini, la Francia si è fermata per ricordare le vittime. Tante, troppe; in un anno – il 2015 – tragico come solo lo furono gli anni di guerra, all’epoca dell’occupazione tedesca.
E in effetti, di guerra al terrorismo, in queste settimane, ha parlato in svariate occasioni il presidente Hollande. Lo stesso ha fatto il premier Valls. Bisogna dire che il governo ha preso sul serio – né poteva essere diversamente – la minaccia fondamentalista, adottando una serie di misure eccezionali, compresa la riesumazione dello stato di emergenza, dettato da una legge del 1955, al tempo delle sommosse in Algeria.

La proposta che ha sollevato più clamori è però quella della decadenza della nazionalità per quelle persone che si macchiano del delitto di strage terroristica. Una norma che, da sempre, è uno dei cavalli di battaglia del Fronte Nazionale ed è stata sposata, in tempi più recenti, anche da Sarkozy, nella sua perenne ansia di non farsi superare, a destra, da qualcuno.
Dopo la tragedia del 13 novembre quest’idea, sinora confinata nell’armamentario dell’estrema destra, è entrata nell’agenda dell’Eliseo. Il tandem Hollande-Valls ne ha fatto uno dei punti qualificanti della sua svolta a favore della sicurezza, sostenuto dal consenso dell’80 per cento dei francesi (compreso il 60 per cento dell’elettorato di sinistra). Il progetto di legge prevede la perdita della cittadinanza francese per chi ha commesso stragi a sfondo terroristico e abbia una seconda nazionalità, cosicché perdendo quella transalpina non divenga un apolide. Il diritto internazionale vieta  infatti che uno Stato possa creare degli apolidi, ossia persone prive di qualsiasi nazionalità. Qualcuno eccepisce però che, così facendo, si introdurrebbe un trattamento differenziato tra i francesi e i binazionali. I primi esclusi dalla decadenza e i secondi colpiti in pieno. In realtà, trattare in modo differenziato situazioni diverse, non viola affatto il principio di eguaglianza. Esso infatti viene valutato soltanto a parità di condizioni, cioè se si ci trova nella medesima situazione, perché solo in quel caso occorre assicurare un trattamento uniforme e non discriminatorio.

La proposta di Hollande ha scatenato molteplici reazioni, sia nell’arena politica che nel mondo giuridico. Alcuni costituzionalisti considerano la decadenza un retaggio del passato, incompatibile con lo Stato di diritto, a rischio oltretutto di creare due categorie di cittadini, a seconda che abbiano o meno la doppia nazionalità. A livello politico vi è la netta contrarietà del ministro della Giustizia, Christiane Toubira, che ha pure lamentato di non esser stata consultata. Freddezza anche nel Partito socialista, ove l’ala sinistra è in fermento e minaccia di non votare la norma che la destra non aveva mai avuto l’ardire di proporre. Barricate anche dai comunisti e dall’intero Fronte di sinistra.
Plauso incondizionato invece da parte del Fronte Nazionale. Il vicepresidente Florian Philippot ha elogiato la scelta dell’Eliseo, non mancando ovviamente di rimarcare come la primogenitura dell’idea appartenga al suo partito.
Incertezza infine tra le fila repubblicane. Sarkozy è d’accordo con la decadenza ma, a differenza di Philippot non elogia affatto il Presidente ed anzi, con un populismo che certo non gli fa onore, auspica un ulteriore, ed imprecisato, giro di vite in materia. Per contro Juppé, esponente centrista del partito, ha parecchi dubbi in proposito; ma forse nella divisione repubblicana gioca ma anche la competizione, ormai aperta, per le primarie, in vista delle presidenziali 2017.

Cosa accadrà? Arduo fare previsioni perché la maggioranza di sinistra da sola non è in grado di sostenere una misura tanto drastica, mentre non è detto che la destra repubblicana voglia concedere un facile successo al Presidente. In ogni caso, di fronte a norme tanto estreme è bene riflettere a fondo, facendo proposte capaci di superare qualsiasi ostacolo di costituzionalità. Da evitare le mosse demagogiche, in un senso o nell’altro. Rischio che invece pare essere nell’aria.