« I sentieri costituzionali della democrazia – la sovranità popolare e la sfida populista » : è il titolo dell’incontro svoltosi mercoledì 5 maggio nell’ambito del programma Ideeinazione, che ha visto dialogare Alberto Fossati, Docente di Diritto Costituzionale presso l’Università Cattolica di Milano e segretario di presidenza Acli Milanesi con Filippo Pizzolato, Docente di Diritto Pubblico presso l’Università degli Studi Padova e autore del libro ”I sentieri costituzionali della democrazia”.
«Oggi la democrazia è in grosse difficoltà – ha esordito Paolo Ricotti, vicepresidente Acli Milanesi -: cambiano le regole del consenso, i rapporti con la politica e con i media. E’ il caso di fare un momento di riflessione: il tema della democrazia sembra lontano, ma noi abbiamo l’ardire di pensare che sia invece all’ordine del giorno e interessi tutti quanti»
« Parlare di sovranità popolare pone due questioni – ha aggiunto Fossati -: il concetto di popolo e l’esercizio della democrazia garantita e regolamentata dalla Costituzione. Pizzolato nel suo libro dà lo spunto per una democrazia che sia espressione di un libero consenso e non di una manipolazione del consenso».
La scarsa fiducia dei cittadini nelle istituzioni
Lo stesso autore ha illustrato le tesi al centro della sua opera: « Credo che questa crisi della democrazia rappresentativa sia essenzialmente una crisi di rispecchiamento: le istituzioni riscuotono scarsa fiducia nei cittadini, a causa della perdurante crisi dei partiti. Se il punto della crisi è in questa incapacità degli organi di rappresentanza di rispecchiare il pluralismo della società, i rimedi che spesso si propongono, come il presidenzialismo e la democrazia telematica, rischiano di essere degli elementi peggiorativi e non delle soluzioni. Elementi che porterebbero a ridurre la pluralità e la complessità del popolo a una sola voce unificata. Il grande pericolo del populismo non è la ribellione verso le élites, ma il pretendere che il popolo si esprima con una sola voce. Per preservare la sovranità popolare occorre invece moltiplicare le narrazioni, le possibilità di prendere la parola, i canali con cui esso può agire ».
Un popolo plurale e diversificato e che «non può essere semplificato. La sua unità ha la forma del dialogo, del patto tra articolazioni plurali che trovano nella Costituzione la garanzia per convivere e, si spera, cooperare».
Un messaggio di speranza: la democrazia più viva di quanto si pensi
Pizzolato ha voluto lanciare con il suo libro un messaggio di speranza: «la democrazia in Italia è più vitale di quanto non sembri. Il problema è che si continua a cercare la partecipazione laddove è sparita, ossia nei partiti, evitati dai cittadini. Dall’altra parte c’è un fiorire di patti di collaborazione civica, di coinvolgimento dei cittadini in opere pubbliche, nella cura di interesse generale, dei cosiddetto bene comune. Senza dimenticare il terzo settore, risorsa straordinaria dentro il quale troviamo il volontariato individuale, un nuovo fenomeno. Quest’ultimo ci dice di una partecipazione senza appartenenze, una partecipazione eloquente di una nuova modalità fluida e frammentaria in cui si offre il proprio contributo alla società ». E conclude: «Credo che l’unico modo che abbiamo per rimettere in rete questa pluralità di energie sia ridare forza alle istituzioni vicine ai cittadini».