Dall’inizio del secolo scorso (1907) l’appuntamento delle settimane sociali dei cattolici italiani determina un apporto significativo al dibattito per il bene comune della comunità nazionale. Un evento storico quello del 1946, in cui si contribuì fattivamente all’elaborazione culturale della Costituzione Italiana. Col cessare della DC, partito di riferimento dei cattolici democratici, le settimane sociali, hanno ripreso slancio e significato, affrontando temi importanti per il futuro del paese e dell’umanità globalizzata.
A causa della pandemia in corso, la 49’, prevista per Febbraio 2021, è stata rinviata di otto mesi e si svolgerà dal 21 al 24 Ottobre a Taranto, città simbolicamente rappresentativa col titolo: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso”.
La convivenza tra la produzione di acciaio dell’Ilva, con le sue ricadute sul territorio e la città di Taranto, hanno concretamente messo a tema i contenuti del futuro sostenibile del pianeta.
In questo periodo che precede l’appuntamento pugliese, i temi della sostenibilità Ambientale, Sociale e del Lavoro, interpellano Diocesi, Università, Aziende, Sindacati, associazioni e istituzioni per una loro approfondita condivisione.
L’Enciclica “Laudato si’” (2015) di Papa Francesco, ispirazione dichiarata di questo importante appuntamento, ha messo in moto dei processi accelerati di riconversione ecologica integrale che obbligano le diverse realtà sociali ed istituzionali ad agire concretamente nel merito.
È dentro a questa nuova visione della dottrina sociale della Chiesa che nasce la titolazione di questa 49’ settimana sociale dei cattolici italiani e le buone pratiche che ne derivano.
Tuttavia, le preoccupazioni della pandemia, dell’inquinamento e del riscaldamento globale, nonché dell’aumento delle povertà, ci fanno prendere coscienza di essere tutti “sulla stessa barca”. Una casa comune, quella del pianeta terra, sempre più connessa, ma sempre più precaria, dal futuro incerto e minacciato da un attuale sviluppo insostenibile.
Il rivoluzionario progresso scientifico e tecnologico di questi ultimi anni, non si è dimostrato un fattore di equità sociale e di equilibrio ecologico ambientale. Anzi, la tecnocrazia neoliberista aumenta il divario tra ricchi e poveri, produce scarti sociali ed ecologici, mette in serio pericolo i sistemi democratici innalzando l’economia sopra la politica. Viviamo in un momento storico dove la politica è debole, poco autorevole, incapace di una visione lungimirante che sappia diffondere speranza in un futuro migliore e sostenibile per le nuove generazioni.
L’Instrumentum Laboris che ci accompagna alla settimana sociale di Taranto, diventa centrale, perchè non ci interroga su queste tematiche solo da un punto di vista teorico (anche se lo fa in modo creativo ed artistico), ma fornisce anche preziose indicazioni operative:
- La proposta di “uno sguardo contemplativo sulla realtà”, significa recuperare un atteggiamento di cura, non di sfruttamento delle risorse naturali e una repentina dismissione delle operazioni estrattive.
- L’auspicato lavoro “dignitoso, libero, creativo, partecipato e solidale”, è considerato come attività per coltivare e custodire il creato e non un’operazione predatoria.
- Con il concetto di “riconversione ecologica integrale”, non si intende solo quella ambientale, ma anche sociale, culturale ed economica, quindi multidisciplinare; ne deriva che tutti i prossimi progetti di sviluppo e di recupero devono comprendere e tenere insieme tutte queste dimensioni.
- Dagli ultimi documenti della dottrina sociale della chiesa, (Evangelii Gaudium, Laudato si’, Fratelli Tutti) scaturisce un nuovo umanesimo che tiene insieme la tutela dell’ambiente con l’attività lavorativa dell’uomo. In questa visione di economia circolare, è obbligatoria un’operazione accelerata di decarbonizzazione delle attività produttive. E per attuare questo obiettivo, le istituzioni ai vari livelli devono realizzare dei precisi e cogenti piani d’investimento finanziari.
- Uno strumento che ci può aiutare in questo percorso è L ’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Un impegno per il raggiungimento degli obiettivi comuni che riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno escluso lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.
Concludo citando Don Bruno Bignami, direttore dell’ufficio nazionale della CEI per i problemi sociali e lavoro:
“Taranto non si annuncia come un evento celebrativo. Il primo incontro post Covid-19 (così speriamo!) della Chiesa italiana intende caratterizzarsi per lo stile sinodale (…) nel coinvolgimento dei giovani.
A Taranto non andremo tutti fisicamente. Tutti, però, siamo attesi sulla strada che conduce a Taranto. Nessuno si senta escluso