di Alberto Fossati – 12/06/2015
Il Presidente Maroni sostiene che rientra nelle sue competenze decidere se tagliare o concedere finanziamenti ai comuni, peraltro erogati dalla Regione per finanziare altri servizi, ma così non è.Il Presidente della Regione Lombardia via Twitter ha posto ai cittadini tre domande: “I sindaci lombardi devono rifiutarsi di accogliere gli immigrati clandestini mandati da Roma. Siete d’accordo?”, “Domani invio lettera ai Prefetti lombardi diffidandoli dal mandare immigrati clandestini in giro per la Lombardia. Siete d’accordo?” e infine “I sindaci lombardi devono rifiutarsi di accogliere clandestini mandati da Roma. Se li prendono taglio contributi regionali. Siete d’accordo?”.
E’ evidente il carattere strumentale dell’uso del social network per appellarsi a questa sorta di giudizio popolare dall’esito scontato per la formulazione stessa dei tre quesiti. In proposito non si può non stigmatizzare l’assenza totale di senso dello Stato e delle Istituzioni del Presidente che utilizza il suo ruolo solo in chiave di polemica e di interesse partitico a sostegno della posizione della Lega nella sua lotta all’immigrazione. Un vero uomo delle Istituzioni, che ha ricoperto in precedenza la funzione di Ministro dell’Interno e che in questa veste ha deliberato il sistema del riparto delle quote tra regioni, non deve e non può abusare del diverso ruolo di Presidente della più importante Regione d’Italia per finalità di polemica politica ed elettorale. La Costituzione (art. 121, comma 4) affida al presidente la rappresentanza della regione, la direzione e la responsabilità della Giunta, la promulgazione delle leggi e l’emanazione dei regolamenti regionali, la direzione delle funzioni amministrative delegate dallo Stato alla regione, conformandosi alle istruzioni del Governo. Questi e non altri sono i poteri presidenziali che non contemplano quelli di essere fonte autonoma delle norme. Viviamo in un tempo che ha smarrito l’idea dell’altro come uguale e noi seppure nella sua diversità. Una cultura individualista e materialista, che ha posto al centro non la ricchezza irripetibile di ciascuna persona, che trova la sua espressione più alta nel dono, ma il giudizio relativo della convenienza nei rapporti tra le persone, ha sfilacciato i rapporti sociali. Ha creato una società di singoli che non è più comunità. |
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