Il quaderno vuoto con cui ho iniziato è già quasi finito, gli angoli si sono arrotondati e ogni volta che lo apro cade un fogliettino o un volantino di qualche iniziativa o evento delle Acli. La postazione in ufficio è piena di indizi del mio passaggio e del mio lavoro e nel corridoio i visi non sono più sconosciuti e quasi tutti i nomi hanno un volto a loro associato.
Il sistema ACLI, spiegato con simboli e sociogrammi nei primi giorni e durante la formazione, ha iniziato a prendere una terza dimensione e riesco a visualizzare quando mi sposto tra i suoi vari rami e intersezioni.
In questi mesi le persone intorno a me hanno iniziato a conoscermi e pian pianino ad affidarmi compiti e ruoli, dandomi fiducia e facendo emergere le mie competenze e capacità. Ho potuto relazionarmi con i più molti professionisti (educatori, progettisti, dirigenti, animatori, insegnanti) e conoscere questo mio nuovo ruolo di servizio civile.
La scelta per me del servizio civile non arriva dal desiderio di affacciarmi nel mondo del lavoro e iniziare a mettermi in gioco perché a differenza di altri ragazzi del servizio civile, ho già avuto alcune esperienze di lavoro come educatrice e come psicomotricista, le due materie che ho studiato all’università.
Questa scelta è arrivata a seguito di un’impasse in cui mi sono trovata dopo un’intensa esperienza di lavoro in una comunità mamma-bambino: non ero più sicura di quale lavoro potesse essere adatto a me e ai miei desideri. Il lavoro nel sociale rimaneva un punto fermo, ma volevo sperimentarmi meno a contatto con l’utenza (ma non perderla completamente) e mettermi in gioco più in una fase di progettazione e di backoffice. L’intento era quello di esplorare il mondo del sociale da un punto di vista più allargato per conoscere il funzionamento e la gestione di una grossa organizzazione, i professionisti che ci lavorano al suo interno e le diverse fasi di un progetto (progettazione/ricerca finanziamento, implementazione, verifica).
L’incontro con le ACLI milanesi e il progetto ‘Dire, fare..non sprecare!’ ha reso possibile tutto questo..
E quindi.. pronti, partenza, VIA! In questi tre mesi ho avuto la possibilità di conoscere e conoscermi in questo ruolo, che mi dà la possibilità di muovermi tra diversi piani e ruoli, osservare e osservarmi nel mondo del lavoro senza avere la responsabilità tipica di un lavoratore ma con un’identità più fluida e flessibile.
Ho potuto partecipare a numerose riunioni: interne all’area in cui opero (AREA EDUCAZIONE), con più aree (EDUCAZIONE E PROGETTAZIONE) o più allargate ancora (SVILUPPO ASSOCIATIVO), tra ACLI e altre associazioni, o tra più associazioni ed ENTI PUBBLICI.
Sono stata coinvolta nell’organizzazione di progetti sul tema dello spreco, degli stili di vita e del consumo sostenibile in diverse realtà e con diverse fasce di età: alla scuola primaria, all’oratorio con i ragazzi che hanno il ruolo di animatori, in un centro educativo durante l’orario extra scolastico, con mamme e bambini di un quartiere periferico della città, e ancora con le attività delle Acli colf..
Nel frattempo ho potuto collaborare alla realizzazione di un grande evento che ha visto il coinvolgimento di molti comuni dell’area metropolitana di Milano, associazioni e circoli ACLI: la biciclettata Vuoi la Pace? Pedala!
Inoltre durante questi primi tre mesi ho avuto la possibilità di partecipare a numerosi incontri di formazione, oltre a quelli previsti per il servizio civile, che mi hanno dato la possibilità di entrare in contatto con nuovi ambiti di lavoro e professionalità (Animazione di comunità, fundraising).
Carolina Cittone