di redazione – 03/09/2015
Il seminario promosso da Pace in comune e Acli Milanesi ha affrontato i temi della sostenibilità, della gestione dei beni comuni e di una possibile alleanza tra società civile e enti locali
“Oltre il 2015. Ue, enti locali e società civile: un’alleanza per lo sviluppo umano sostenibile” è il titolo della 3 giorni, promossa dal Coordinamento La Pace in Comune in collaborazione con le Acli Milanesi e Fondazione Triulza, che si è svolta dal 27 al 29 agosto e che aveva come obiettivo provare a ipotizzare strategie locali per attuare e implementare gli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile.
La prima sessione è stata dedicata all’approfondimento del tema delle comunità locali in Europa e di come queste possano essere motori di una più equa distribuzione. Sulla teoria del professore Martin Kornberger sulla reinterpretazione della teoria classica dei beni comuni in una nuova teoria dei beni comuni urbani si si è innestato l’intervento di Aldo Bonati di Etica Sgr che ha parlato di finanza etica e di come poter essere promotori di uno sviluppo sostenibile attraverso le nostre scelte di investimenti, ribadendo che «l’investimento sociale indirettamente porta ad un ritorno economico».
In chiusura l’onorevole Alessia Mosca, deputata al Parlamento Europeo Commissione Esteri, ha riportato l’attenzione sul tema e sul ruolo dell’Europa. «Dobbiamo ‒ ha detto l’onorevole ‒ avere il coraggio di essere un continente unito cedendo sovranità per un sistema più democratico». Come Europa infatti è necessario lavorare molto per diffondere identità comunitaria, a partire dalla scuola, sia primaria che secondaria.
I lavori del seminario, apertosi presso la sede provinciale delle Acli a Milano, sono proseguiti a Vanzago presso Palazzo Calderara, dove si è entrati nel vivo del dibattito per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile post 2015. Una mattinata ricca di interventi che hanno permesso di ragionare su cosa sono effettivamente questi nuovi obiettivi, come si integrano ai precedenti e come possano essere implementati con le politiche locali.
A fare gli onori di casa dopo i saluti iniziali del sindaco di Vanzago Guido Sangiovanni Sergio Maestroni (Sindaco di Pregnana Milanese, Coordinamento La Pace in Comune) ha presentato il Coordinamento e introdotto il tema. Al tavolo dei relatori si sono poi alternati Fabio Pipinato, Public Relation Officer (Tree is Life Trust), che ha presento e spiegato i nuovi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, Francesco Petrelli di Concord Italia, che oltre ad approfondire le diversità dei nuovi obiettivi rispetto ai precedenti 8 Obiettivi del Millennio, ha auspicato una alleanza tra comuni e associazioni per redigere un’agenda per lo sviluppo degli OSS (Obiettivi Sviluppo Sostenibile). Ma come declinare questi nuovi obiettivi a livello locale, è la domanda su cui si è incentrato l’intervento di Ania Rok, di ICLEI, volto a dimostrare come gli enti locali debbano e possano intervenire sui temi della sostenibilità, ma perché questo sia possibile è necessario che «la città sia inclusiva, produttiva e flessibile».
In conclusione della sessione Enzo La Volta, assessore del Comune di Torino, ha portato l’esperienza della sua città ricordando come nel capoluogo piemontese in questi anni sia cresciuta la consapevolezza sull’importanza degli OSS, tuttavia per «raggiungere gli Obiettivi – ha però detto La Volta – bisogna avere una politica capace di riorientare la spesa pubblica e questo è possibile solo puntando sulla formazione della Pubblica amministrazione per favorire l’accesso ai fondi europei». Al termine del proprio intervento l’assessore ha ricordato che Torino ospiterà ad ottobre, dal 13 al 16, il terzo Forum mondiale sullo sviluppo locale: «occasione per poter continuare ad approfondire e portare avanti queste tematiche, così care a tutte le amministrazioni».
Per la terza e ultima giornata di lavori, il seminario si è spostato a Expo, in Cascina Triulza. Qui Padre Giacomo Costa sJ, direttore di Aggiornamenti Sociali e della Fondazione Culturale San Fedele e Tommaso Vitale, professore associato di Sociologia presso Sciences Po di Parigi e direttore scientifico del master “Governing the large metropolis”, si sono confrontati sulla relazione bene comune e beni comuni. «ll bene comune implica – ha spiegato Padre Costa – la capacità di ascolto e di confronto. E’ una dinamica unificante». I beni comuni d’altro canto – ha sottolineato Vitale – sono perennemente a rischio. Se tutti possono usarli, tutti possono distruggerli. La sfida quindi oggi è la gestione delle risorse comuni perché esprimano al massimo le proprie potenzialità, sfida che passa non da una politica verticistica dello stato, ma da forme di regolazione dei commons. A seguire sono stati presenti tre esempi di buone pratiche sul territorio, in materia di gestione dei beni comuni, raccontate da Stefania Amato (Food Policy, Comune di Milano), Barbara Meggetto (Progetto Con Stile di ACLI, ARCI, Legambiente) e Gianluca Alfano (Spazio Agorà e circolo Acli S. Lucia, Quarto Oggiaro).
Gran finale al Padiglione dell’Unione europea a sottolineare che il ruolo dell’Europa è strategico per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. «Esiste un’agenda dell’umanità nelle mani della società civile – ha concluso il presidente delle Acli Milanesi Petracca – e dentro ad essa l’Unione europea ha un ruolo fondamentale».