Per cogliere le opportunità del digitale serve auto-motivazione

Per cogliere le opportunità del digitale serve auto-motivazione email stampa

Chi già oggi possiede gli strumenti per comprendere e sfruttare le potenzialità che le attività a distanza presentano e offrono, sta già acquisendo un vantaggio competitivo che lo differenzia da tutti gli altri.

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Foto di Luisella Planeta Leoni da Pixabay

Se molte delle previsioni che sono state presentate circa il “dopo”-pandemia non meritano il costo della carta su cui sono state scritte, una tendenza sembra invece emergere piuttosto chiaramente: non si tornerà indietro rispetto all’utilizzo di piattaforme e strumenti per la didattica e l’incontro a distanza.

L’emergere di tali piattaforme era un fenomeno già in atto, ma la crisi generata dalla pandemia globale ha accelerato tale tendenza spazzando via le remore e le resistenze che si frapponevano, portando tutti ad utilizzare tali strumenti (e non soltanto chi non disponeva di una presenza fisica forte e salda – penso qui alle università telematiche – o chi aveva una presenza a tal punto sovrabbondante da espandersi tramite il digitale anche ad una dimensione globale – penso qui alle grandi università americane o inglesi, o alle grandi associazioni internazionali). Oggi, infatti, tali strumenti sono obbligatoriamente utilizzati da tutti coloro che non vogliano scomparire nel breve volgere di questi anni di passaggio e trasformazione.

L’evoluzione di tali strumenti rende disponibile una modalità di interazione mai vista prima, che consente a individui di tutto il mondo di collegarsi a piattaforme, seguire corsi online, svolgere esami ed effettuare incontri. Naturalmente parte di tali attività e di tali relazioni saranno riprese e strette nuovamente anche di persona, ma la potenzialità di questi strumenti consente una sperimentazione mai vista prima. Sempre più sarà possibile entrare in contatto con persone, ambienti, cerchie sociali e lavorative che prima non si conoscevano, e farlo inizialmente attraverso lo strumento a distanza. Ciò avviene già oggi partecipando a corsi, conferenze, incontri e sperimentando relazioni che potranno poi essere approfondite “in presenza” qualora le si ritenesse fruttifere e interessanti.

Si genererà ancora vero valore recandosi in un luogo, frequentandolo fisicamente e intrecciando relazioni faccia a faccia. Prima, però, occorrerà seminare. Ciò avverrà in modo più frequente di prima, a distanza, utilizzando gli strumenti che già oggi stiamo usando e nuovi strumenti che si svilupperanno nei prossimi anni (realtà aumentata, realtà virtuale, dispositivi indossabili interconnessi tra loro). La presenza fisica consentirà di migliorare le nostre relazioni, ma la possibilità di evitare viaggi a vuoto, o troppo onerosi, ci consentirà di ampliare le nostre scelte e sperimentare di più.

Tutto ciò è rilevante per un’associazione come le ACLI?

Sempre più andrà configurandosi un sistema in cui l’accesso a questo tipo di informazioni e relazioni diventerà aperto e libero, democraticamente alla portata di tutti, svincolato dai costi di viaggio e potenzialmente fruibile da una platea di soggetti ancora più numerosa. Accanto alle sfide e ai rischi di questo futuro, dobbiamo sforzarci di recepire anche questa novità, comprenderla appieno in tutte le sue dimensioni e accoglierla all’interno del nostro mondo.

Sempre più, infatti, non sarà solo la possibilità economica o la vicinanza geografia, o solo il giro di conoscenze pregresse, a costituire un importante strumento di promozione professionale, lavorativa e sociale, ma molto sarà rimesso alla volontà individuale e all’auto-motivazione di ciascuno. Il più grande ostacolo alla diffusione e all’utilizzo di uno strumento così democratico, infatti, sarà lo stesso grande ostacolo che ci separa (e separerà) dal libero accesso alla conoscenza, ovvero la mancanza di una direzione e di una motivazione individuale a perseguire questo obiettivo. L’accesso a questo futuro non sarà limitato dai costi di ingresso, o dall’esclusività dello stesso, ma sarà sempre più dettato dalla motivazione di ciascuno di noi a comprendere che tali strumenti possono essere un effettivo surplus di promozione.

Coloro che già oggi possiedono gli strumenti per comprendere tale realtà e sfruttare le potenzialità che le attività a distanza presentano e offrono, stanno già acquisendo un vantaggio competitivo che li differenzia da tutti gli altri. Sempre più lo acquisiranno in futuro.

Un esempio: mentre la didattica a distanza latita, soprattutto nelle scuole con gli studenti più giovani, già oggi coloro di questi che vivono in famiglie più agiate (o che comunque dispongono di un bagaglio culturale più ricco) stanno frequentando corsi di lingue, e corsi a distanza, che ai loro coetanei sono preclusi. Tali studenti stanno quindi acquisendo un vantaggio strategico e competitivo fondamentale nei confronti dei loro colleghi che, per assenza di stimoli familiari o per mancanza di auto-motivazione, non stanno cogliendo tali opportunità nella stessa misura.

In tutto questo, quale azione può svolgere un’associazione di promozione sociale come le ACLI?
Un ruolo fondamentale sarà rivestito da coloro che:

  • riusciranno a far comprendere e a far utilizzare gli strumenti digitali, per favorire la partecipazione a occasioni di incontro e di relazione anche a distanza, stringendo alleanze e partnership con associazioni analoghe in altri Stati europei;
  • riusciranno a educare i lavoratori a compiere un percorso di auto-professionalizzazione e di auto-promozione, attraverso gli strumenti che sono accessibili con il digitale;
  • aiuteranno le famiglie a comprendere che tale tali strumenti sono fondamentali sia per famiglia in quanto tale (di ogni tipologia e provenienza culturale), sia per le generazioni più giovani, e sosterranno le famiglie nell’accesso accesso a tali strumenti;
  • riusciranno a mantenere alta l’attenzione perché ciascuno possa partecipare alla democratizzazione digitale della conoscenza, evitando che questa resti/diventi appannaggio per pochi;
  • riusciranno, più in generale, a sostenere l’auto-motivazione di ciascuno di noi, come soci di un’associazione, al fine di mettere in comune le esperienze, ascoltare punti di vista differenti dal proprio, continuare a creare un senso di comunità (anche a distanza) e fornire un senso a ciò che rischia di essere strettamente individuale (perché fruito individualmente online).

Anche la motivazione più forte del singolo, infatti, rischia di crollare senza un senso che la orienti anche nei momenti di difficoltà, sconforto e isolamento digitale. Anche la motivazione più forte del singolo rischia di crollare se a sopportare il peso dell’auto-apprendimento, dell’auto-formazione e dell’interazione solitaria con piattaforme e servizi dematerializzati, non sarà sorretta da una comunità reale alle proprie spalle.

Da qui uno spunto di riflessione per un’associazione che fa della promozione sociale il proprio nome, della pedagogia popolare il proprio (grande) compito, della testimonianza la propria vocazione.

Da qui il senso e il compito, anche in tempi difficili come quelli attuali, per un’associazione radicata sui territori, con radici salde nel proprio passato e con fronde e foglie tendenti verso il sole. Come i nostri nonni e padri aclisti, operai che dopo il lavoro trovavano la forza e la motivazione per frequentare e “fare” le ACLI, in esse cercando la propria forma di riscatto e di formazione, così è fondamentale che l’associazione sostenga l’auto-motivazione di ciascuno, e della collettività nel suo complesso, per orientarsi al vento e raccogliere ciò che di buono è disponibile là fuori. Ci sono mille opportunità che il mondo potenziato dal digitale può offrire, e passano sopra le nostre teste come un vento. Tali frammenti microscopici nella loro singolarità, ma copiosi nel loro numero, possono tutti essere intercettati affinché diano frutto. A partire da qui c’è ancora spazio, oggi e domani, per una vera associazione di promozione sociale.