PERCORSO DI DISCERNIMENTO COMUNITARIO: Costruire la pace nel cambiamento d’epoca

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Obiettivi
Aggiornare l’analisi dell’associazione sul macro-tema della pace; interpretare “i segni dei tempi” alla luce dell’insegnamento sociale della Chiesa e del percorso offerto dalle donne e dagli uomini di buona volontà, costruttori di pace; scegliere prassi educative, sociali, economiche e politiche per costruire la pace.

Premesse
RICONOSCERE, INTERPRETARE, SCEGLIERE
sono i tre passaggi “aggiornati” del nostro fondativo “vedere, giudicare, agire”, metodo utilizzato da sempre nel movimento operaio cristiano ma anche da Papa Francesco nel suo insegnamento sociale (Evangelii Gaudium 51). Riteniamo che questo approccio formativo sia quello più idoneo da seguire in questa proposta.

  1. Si propone di assumere il paradigma del “cambiamento d’epoca” come framework di riferimento con l’evidenza che tutti i fattori che lo compongono e lo definiscono hanno tra loro una interdipendenza influenzandosi a vicenda.
  2. In questo quadro e con queste due premesse affrontare oggi il tema della pace vuol dire quanto meno considerare il trinomio proposto dal Cardinal Martini nel 1989 all’Assemblea ecumenica europea (Pace, Giustizia e Salvaguardia del Creato) aggiungendovi il cambiamento tecnologico, l’evoluzione demografica (e le dinamiche migratorie) e il mutato contesto geopolitico (ed in esso la crisi delle democrazie occidentali) che da allora sono divenuti grandi protagonisti. Se non si compie questa operazione di necessaria complessità e complessificazione dell’opera di apprendimento, lettura critica e selezione consapevole dell’agenda di azione si rischia di compiere scelte associative miopi e di corto respiro.

 Articolazione contenutistica della proposta
In conseguenza delle premesse sopra esplicitate si propone di articolare, dal punto di vista dei temi da trattare, il programma formativo come segue.

RICONOSCERE
Geopolitica

Dove va e come va il mondo
Gli scenari geopolitici dopo quasi trentacinque anni dal crollo del muro di Berlino sono profondamente mutati, gli Stati Uniti d’America hanno esaurito il loro ruolo di unica ed egemone superpotenza mondiale, le Nazioni Unite hanno quasi completamente perso il loro ruolo, l’Unione Europea allargatasi ad est e priva della Gran Bretagna non ha ancora un’unica politica estera e di difesa comune, la Cina è assurta al ruolo di prima potenza economica mondiale stipulando trattati commerciali con più della metà degli Stati del pianeta e sempre più sta assumendo un ruolo geopolitico strategico (da Taiwan, ai conflitti ucraino-russo e israelo-palestinese), l’India in costante crescita, demografica ed economica, stenta ad avere un ruolo di primo piano nello scenario internazionale, la Russia, economia di guerra è tornata ad essere un attore geopolitico nelle sue storiche zone di influenza prossime ai propri confini, l’America latina è un laboratorio di nuove prospettive democratiche tra mille contraddizioni e fragilità delle economie, l’Africa è il continente più povero e con maggiori movimenti migratori con l’ascesa di Sud Africa e Nigeria come potenze continentali, il Grande Medio Oriente rimane una delle aree più instabili del pianeta, il Giappone appare statico e preoccupato delle relazioni con Russia, Corea del Nord e Cina, il sudest asiatico stenta a trovare un equilibrio tra crescita economica e stabilità politica, l’Oceania è connessa con l’Occidente e vive una fase di crescita economica e di stabilità democratica.

Radiografia di un pianeta in guerra
Il mondo è devastato dalle guerre, principalmente da guerre civili a bassa intensità, ma anche da guerre regionali tra Stati, i focolai sono diverse decine e sono presenti a macchia di leopardo in tutto il pianeta, tanto che il Pontefice ha efficacemente scritto e parlato di una “terza guerra mondiale a pezzi”, la guerra tra Russia ed Ucraina e quella tra Hamas e lo Stato ebraico sono, per le molte caratteristiche di problematicità e prossimità geografica sicuramente quelle per noi più insidiose e sulle quali porre maggiori attenzioni.

Crisi della democrazia in Occidente e lo Stato dell’Unione

Le democrazie occidentali sono affette da un drastico calo di partecipazione al voto e caratterizzate da populismi crescenti, da nuove xenofobie, dalle crisi dei corpi intermedi, dal tramonto delle grandi culture politiche del Novecento, dall’impoverimento culturale, dalla corruzione, da una sempre maggiore “infiltrazione” dei poteri criminali, da un inadeguato livello di competenza delle classi dirigenti a tutti i livelli (tecnico, politico, economico, mediatico, sociale, religioso).

L’Unione Europea, unico luogo del pianeta dove ancora convivono welfare, democrazia e mercato, non è riuscita a completare il disegno istituzionale sognato pragmaticamente dai padri fondatori, paga il prezzo della Brexit e di un allargamento ad Est mai pienamente compiuto e accompagnato, di una mancata politica estera e di sicurezza comune e della devoluzione di adeguate competenze economiche, fiscali e di welfare dagli Stati al livello federativo, di scelte redistributive e coerenti dal punto di vista umanitario in materia di immigrazione dai Paesi extra UE. Ciò nonostante conserva il ruolo di “unica apparente speranza” su cui lavorare per provare a costruire ancora il sogno pragmatico dei padri fondatori.

Economia

La finanza dopo la crisi del 2011 e la crescita inarrestabile delle disuguaglianze
Il mostro della finanza che portò alla crisi di sistema del 2008-2011 non è stato domato e gli ultimi gravi fallimenti finanziari in Svizzera ed in California lo testimoniano mentre le disuguaglianze crescono nel Pianeta tra Stati e all’interno di ogni Stato. La concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, pochissimi, appare, dopo la caduta del Muro di Berlino, un fenomeno inarrestabile, aumentano la povertà sociale ed educativa e pare impossibile tornare a politiche redistributive degne di questo nome.

Il rapporto SIPRI e la crescita senza freni del mercato delle armi
Nel turbocapitalismo uno dei mercati in crescita quasi in limitata è quello della produzione e del commercio delle armi. Il rapporto SIPRI lo documenta e lo analizza puntualmente, classificando ogni tipo di armamenti prodotto e venduto (armi nucleari comprese), conoscerlo è fondamentale per immaginare qualunque azione di contrasto a questo fenomeno molto più distruttivo che securitario.

Cambiamento tecnologico

La rivoluzione digitale tra intelligenza artificiale e ricadute sui vari aspetti del reale
Siamo in presenza di un cambiamento tecnologico rapidissimo e ad altissimo impatto sulla vita delle persone, sull’economia e sulla struttura della società. La rivoluzione digitale ha cambiato radicalmente le nostre vite e continuerà a cambiarle molto velocemente, l’evoluzione di forme di intelligenza artificiale rivoluzioneranno ancor più il lavoro umano ma anche il diritto, il costume e l’economia. Il processo è guidato dalle ragioni del profitto e governato male ed ex post (quando lo è) dalle autorità politiche.

 

Demografia e migrazioni

Conoscere la storia ed immaginare l’evoluzione della demografia
L’Europa (e l’Italia in particolare) sono in recessione demografica e subiscono un duro processo di degiovanimento. I saldi migratori verso il vecchio continente sono attivi ma non consentono al momento di arrestare la decrescita. La speranza di vita continua ad alzarsi in tutto il mondo. Quella di oggi in Africa è simile a quella europea di quarant’anni fa. L’Africa è il continente più giovane ed in maggiore espansione demografica del Pianeta. Conoscere la storia e la probabile o possibile evoluzione della demografia (fenomeni migratori compresi) in Italia ed in Europa è essenziale per immaginare qualunque prospettiva futura.

Ambiente

Climate change e la necessità di un nuovo paradigma energetico
Queste sono le due questioni centrali in materia di ambiente oggi. Non sono certo le uniche ma quelle su cui riteniamo occorra concentrare gli sforzi di conoscenza per riuscire a comprendere come invertire efficacemente il global warming e come abbandonare progressivamente l’uso di fonti non rinnovabili.

 

INTERPRETARE

Evangelii gaudium, il programma di Francesco: ecologia integrale ed amicizia sociale e le novità della Laudate Deum
Insieme ai documenti e alle agende dell’ONU e della UE (ma con maggiore pathos, passione e capacità comunicativa) l’insegnamento sociale della Chiesa, aggiornato e rinvigorito da papa Bergoglio, costituisce un faro acceso nella notte che illumina la strada da seguire per un’adeguata conversione ecologica, per l’affermazione di un “samaritano collettivo” in campo sociale, per il ritorno ad una buona politica. Pace, giustizia e salvaguardia del creato trovano nelle esortazioni apostoliche, nelle encicliche e nei discorsi sulla nonviolenza di Francesco non solo nuovi, robusti e contemporanei fondamenti teorici da studiare ed interiorizzare ma anche concrete proposte pratiche e programmatiche da realizzare.

Ridurre le disuguaglianze e come gestire in modo umano il cambiamento tecnologico
Anche la cultura laica e riformista ha contributi molto efficaci ed interessanti almeno sulle due questioni in oggetto che vanno necessariamente lette come interconnesse: da Piketty ad Atkinson a Leonhard.
Le proposte di questi ed altri studiosi su come invertire le tendenze disumanizzanti di questi cambiamenti per renderli invece al servizio della persona umana e dell’ambiente vanno adeguatamente studiate e conosciute per riportare la rotta dell’umanità verso l’ecologia integrale.

Lode della natalità e dell’immigrazione programmata e gestita
Cambiare radicalmente le politiche fiscali, aumentare i trasferimenti ed i servizi per le famiglie, incentivare in ogni modo l’occupazione femminile e l’aumento delle azioni di conciliazione tra vita e lavoro, programmare e gestire l’immigrazione sul modello svedese. Sono le soluzioni già positivamente sperimentate per rispondere positivamente alla crisi demografica. Conoscerle a fondo e farle divenire programma e agenda politica anche in Italia è un obiettivo da perseguire.

Tornare alla buona politica e alla nostra Patria Europa
Rimettere la politica in posizione centrale e non subalterna rispetto alla finanza e all’economia, curare la crisi delle democrazie occidentali investendo sui corpi intermedi e sulla società civile, valorizzare l’alleanza strategica tra istituzioni e terzo settore sui territori, ripristinare logiche e prassi multilaterali nella prevenzione e soluzione dei conflitti sul piano internazionale, riprendere la strada di una costruzione europea capace di affrontare e risolvere i nodi irrisolti della propria evoluzione, queste e molte altre dinamiche virtuose potrebbero essere i focus su cui concentrarsi per ritornare ad una buona politica nella patria Europa.

SCEGLIERE

Alla luce di quanto sin qui descritto in termini di analisi e di prospettive interpretative, come Acli abbiamo anche la possibilità di un’azione diretta per costruire la pace nel cambiamento d’epoca.
Le campagne per il disarmo, le azioni di solidarietà internazionale, lo sviluppo del consumo critico e delle comunità energetiche, la formazione e l’organizzazione di un efficace e competente impegno politico locale, lo sviluppo di efficaci pratiche di socialtech, le campagne e le proposte per cambiare le politiche familiari, economiche, ambientali e sociali sono tutti strumenti implementabili ed in parte già messi in campo che richiedono tuttavia una consapevolezza ed uno sguardo nuovi. Sono tessere di un mosaico di cambiamento che devono essere attuate e riconosciute come parte di un disegno complessivo di (ri)umanizzazione del mondo e di costruzione di una Nuova Europa.

 Modalità formativa e proposta metodologica
Per iniziare a svolgere un programma così vasto ed ambizioso si potrebbero affrontare alcune delle questioni, delle chiavi interpretative e delle “soluzioni” sin qui descritte, utilizzando il metodo del discernimento comunitario.

I tre passaggi proposti potrebbero dunque essere oggetto (come primo passo) di due momenti residenziali e di un seminario internazionale conclusivo tra l’inverno e la primavera 2024 che potrebbero essere così articolati:

  1. Riconoscere il cambiamento d’epoca (economia e politica in dialogo)
  2. Le nostre stelle polari: Pace, Giustizia e salvaguardia del Creato
  3. Scegliere un’Europa di Pace

Le date in cui realizzarli potrebbero essere il 13 e il 14 gennaio e il 10 e l’11 di febbraio ed il 9 maggio 2024 a Milano, con diretta streaming per le parti assembleari.

L’organizzatore potrebbe essere il Centro Ecumenico Europeo per la Pace promosso dalle Acli milanesi, lombarde e nazionali.

La proposta formativa potrebbe essere costituita per i primi due appuntamenti da un momento pubblico iniziale sotto forma di dialogo tra due esperti e di due sessioni a porte chiuse per gruppi ristretti in forma di laboratorio attivo (in assonanza con i lavori sinodali) mentre il momento finale, nella giornata dell’Europa, dovrebbe avere esclusivamente natura pubblica ed inserirsi nel quadro della campagna “per un’Europa di Pace” che dovrebbe essere concepita nel seminario internazionale di EZA il prossimo novembre a Monaco di Baviera. La coprogettazione di questo momento potrebbe essere parte dell’attività formativa a porte chiuse del secondo incontro assieme ad un focus sulle religioni per la pace (introdotto da don Fabio Corazzina o da don Alberto Vitali). Nella prima due-giorni i momenti laboratoriali potrebbero essere destinati a 2 focus tematici (uno sul conflitto israelo—palestinese coinvolgendo Neve Shalom Wahat al-Salam o l’esperienza di Rondine ed uno sul conflitto russo-ucraino con una testimonianza del Patronato Acli).

Destinatari
Per le parti pubbliche ed in streaming: acliste/i e non interessati/e ad approfondire le tematiche in questione.

Per la parte laboratoriale:

  1. un gruppo ristretto di 15-20 persone under 50 possibili referenti pace delle Acli provinciali e regionali;
  2. un gruppo di giovani individuati dalle Acli milanesi.

I due gruppi lavorerebbero in parallelo e a scacchiera ma potrebbero condividere i momenti conviviali e l’ultima sessione della seconda due-giorni di progettazione del seminario internazionale.

 Possibili docenti da contattare
Alessandro Colombo e Raul Caruso per il primo momento pubblico. Alternative potrebbero essere Armando Sanguini e Daniele Checchi. Helen Alford e Claudio Sardo per il secondo momento pubblico. Alternative potrebbero essere Giuseppe Riggio e Alessandra Morelli. La conduzione dei due dialoghi potrebbe essere, se ben preparati con anticipo, affidata a due giovani di GA.

 Staff
Per i primi due appuntamenti.
La progettazione e la conduzione può essere curata da Paolo Petracca, su indicazione delle Acli milanesi, per la conduzione della parte laboratoriale con il metodo sinodale occorrono 2 formatori per il gruppo referenti (che potrebbero essere offerti dalla funzione formazione della sede nazionale e da GA) e 1 o 2 formatori per il gruppo giovani ambrosiani (che potrebbero essere offerti dalle Acli milanesi). Il supporto organizzativo deve essere assicurato dalle funzioni “eventi” dei tre livelli.

Per il terzo appuntamento questi aspetti andranno esaminati in fase di progettazione di massima a dicembre e di dettaglio a febbraio.

Budget
Per i primi due appuntamenti:
Progettazione e conduzione (Acli milanesi), risorsa interna;
Formatori, risorse interne;
Docenti (incluse spese di trasporto e di soggiorno) min 3.000 euro;
Soggiorno e vitto a Milano per 20 partecipanti: (200 euro X 20) 4.000 euro;
Momento conviviale serale 1.000 euro;
Set formativo Acli regionali, risorsa interna;
Comunicazione, risorsa interna.

Per il terzo appuntamento questi aspetti andranno esaminati in fase di progettazione di massima a dicembre e di dettaglio a febbraio.

 Comunicazione
La comunicazione andrebbe coordinata tra i tre livelli dell’organizzazione.

(Aggiornamento del 18 ottobre 2023)