Pet sitter: una professione da regolarizzare, cosa sapere? Come fare?

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Gli adempimenti da attuare quando l’amore per gli animali diventa un vero e proprio lavoro

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Non solo i bambini e anziani, ma anche gli animali domestici hanno spesso bisogno di essere accuditi quando il padrone non può a causa di altre incombenze. Ed è qui che entra in gioco la figura del dog o cat sitter, che non solo si occupa dei bisogni primari dell’animale, come uscire di casa o mangiare, ma anche di sostituire in tutto e per tutto il padrone assente quindi le mansioni sono ampie arrivando a ospitare gli animali e a prendersene cura a 360°.

La maggior parte delle persone pensano che la professione non sia regolata in Italia nonostante questa attività rappresenti uno dei “lavoretti” più diffusi per giovani e meno giovani che, sia per passione personale sia per racimolare denaro, si dedicano a questa professione.

Tant’è che, va tenuto presente, si tratta di un vero e proprio impegno dal quale possono scaturire responsabilità civili e penali. Per questo va regolarizzato e monetizzato come un normale contratto di lavoro e rientra in une delle mansioni riconosciute proprio dal contratto collettivo del lavoro domestico purché l’accudimento dell’animale domestico venga effettuato all’interno dell’abitazione del padrone e non in luoghi esterni e/o pubblici quali veterinari, ricoveri, canili ecc…

Il fatto che sia un lavoro con responsabilità lo dimostrano le pronunce che hanno condannato persone a cui era stato affidato l’animale domestico: la Corte di Cassazione, sentenza n. 27.872/2006, ha ad esempio confermato la condanna per maltrattamenti a un dogsitter, proprietario di una pensione per cani, a cui era stato affidato un cane che era caduto in uno stato depressivo riducendosi in fin di vita.

Per i giudici, non basta che il dog sitter si occupi dell’alimentazione dell’animale datogli in custodia, ma deve anche provvedere a curarlo psicologicamente e a comunicare tempestivamente ai proprietari delle sue condizioni.

Come si diventa dog o cat sitter?
La professione è aperta a tutti, poiché nel nostro paese non sono richiesti particolari requisiti. Indubbiamente, l’amore per gli animali è un ottimo punto di partenza, ma non basta. Sempre più spesso gli aspiranti pet-sitter frequentano appositi corsi di educazione cinofila, oppure coadiuvati da veterani e comportamentisti.

Questi corsi, a seguito dei quali i centri cinofili rilasciano un vero e proprio “patentino”, non solo rappresentano un utile elemento da inserire nel proprio curriculum da presentare alle possibili famglie, ma consentono al pet sitter di essere preparato a ogni eventualità e necessità (fisiolofica, etologica o comportamentale) che potrebbe insorgere nel prendersi cura di un animale domestico affidato in custodia.

Lavorare in regola

Il compenso minimo sindacale previsto dal contratto collettivo di lavoro domestico è pari ad euro 4,62 euro lordi/ora (minimo sindacale non significa che bisogna retribuire il pet sitter 4,62 euro ma significa che la retribuzione oraria pattuita tra le parti non può essere inferiore a questa cifra) La paga richiesta e applicata a questa figura professionale è variabile, orientativamente si aggira tra i 7 e 9 euro all’ora oppure con tariffe giornaliere.

Se si tratta di lavoro saltuario/occasionale (senza un numero fisso di ore di impegno settimanale), questo lavoro rientra, così come tutti i lavori saltuari, nelle prestazioni occasionali che, non essendo riconducibili a contratti di lavoro di alcun tipo,

possono essere remunerate a mezzo prestazioni occasionali (i cosiddetti Prest.O.) o voucher (buoni lavoro che oggi non esistono più).

Ciononostante l’attività di lavoro accessorio può essere svolta fino a un massimo di 5 mila euro l’anno, sommando gli incarichi dei diversi datori di lavoro, rivalutati ogni anno sulla base degli indici Istat. Se, invece, l’attività non è svolta in maniera saltuaria, ma abituale, e gli introiti superano tale somma la posizione fiscale andrà regolarizzata con contratto di lavoro domestico se rientra nei casi illustrati sopra.

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