In una nota diffusa a tutta la stampa locale il Circolo Acli Abbiategrasso, prende posizione a favore dell’Ospedale di Circolo “Costantino Cantù”, esprimendo preoccupazione l’indebolimento della struttura ospedaliera.
«Le criticità di sistema – si legge nel documento – sono ancora più gravi ed evidenti in un momento di crisi pandemica nella quale si vedono vari ospedali al collasso per mancanza di posti sia nei reparti che nel Pronto Soccorso, mentre da noi paradossalmente si è scelto di ridurre i posti letto e di dequalificare il Pronto Soccorso riducendo gli orari e privandolo della figura di un anestesista, disponibile solo in reperibilità.
A fronte di una situazione nella quale vengono a mancare, anche a causa del Covid, i servizi di continuità assistenziale sul territorio, – denuncia il Circolo Acli – è incomprensibile capire per quali motivi le USCA (Unità Speciali Continuità Assistenziale), già deliberate in Consiglio Regionale, non risultino ancora attive e funzionanti. Queste unità di medicina territoriale darebbero un fondamentale supporto ai medici di base tramite la presa in carico delle nostre famiglie per visite, tamponi e cure a domicilio, al fine di evitare i ricoveri in ospedale».
Nel comunicato inoltre si sottolinea la necessità di adeguare i lunghissimi tempi d’attesa (anche 18 mesi) per esami e visite mediche alle esigenze della popolazione del Distretto, soprattutto in casi di gravi e urgenti patologie, che vengono proposti dal Cup dell’Ospedale Costantino Cantù.
Il circolo Acli, interpretando i bisogni primari che riguardano la salute dei cittadini, «chiede alla Giunta Regionale, alle preposte Istituzioni Sanitarie ATS (Agenzia di Tutela della Salute) e ASST Ovest Milanese di intervenire con urgenza per ripristinare e potenziare i servizi all’Ospedale Costantino Cantù di Abbiategrasso; nonché di attivare celermente le unità di continuità assistenziale (USCA) a copertura del territorio».
«Il circolo Acli – conclude il documento – fa appello e invita il Sindaco di Abbiategrasso, Comune capofila, a prendersi carico della grave situazione e ad adottare iniziative politiche/istituzionali concrete presso la Regione Lombardia, dirette a ripristinare tutti i servizi a garanzia e tutela della salute, essendo questo un bene primario e trasversale per tutti».
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