Racconto autobiografico

Racconto autobiografico email stampa

Domenica 22 maggio alle ore 11.00 in Via Osoppo, 2 (Sala blu

2488
0
SHARE

Expo è stata la parola più usata nel 2015. Tutti ne hanno parlato , in molti lo hanno visto, tanti ci hanno lavorato. Essere originali nel descrivere cosa sia stato è davvero un impresa molto ardua. Mi è stato chiesto molte volte cos’è stato per te expo? Ho sempre detto successo, esperienza, emozione amicizia;  si  expo per me è stato questo ma è stato fatto anche di attimi, di piccoli avvenimenti personali che mi porterò sempre con me, e credo che negli anni, ripensandoci ,mi faranno sempre scattare un sorriso, una lacrima e per alcuni molta rabbia. È stato come un gioco che ha coinvolto tutti i miei sensi. Sono storie di vita quotidiana, la mia, non grandi eventi, ma piccoli momenti che porterò sempre con me.

EXPO È STATA LA VITTORIA DEL FARE, del proporre, del mettersi in gioco con le proprie paure, con le proprie debolezze e  con la voglia e la caparbietà di riuscirci. In un pomeriggio di lavoro come tutti gli altri al cluster, Fabrizio, altro amico di viaggio conosciuto in questa isola felice mi dice se volevo fare da guida a dei ragazzi di una casa famiglia, io rispondo come faccio sempre “si ok non ti preoccupare, ci penso io!!” Ma subito dopo mi fermo a riflettere che io non l ho so fare, a me i ragazzini non piacciono. Troppo tardi, mi sudano le mani, non per il caldo, li vedo arrivare, festanti ,contenti hanno uno sguardo diverso, mai visto prima. Occhi sgranati ed entusiasti , mi travolgono mi riempiono di domande, mi abbracciano, anche se non ci siamo mai visti. Tutto quello che gli racconto lo percepiscono come una delle cose più belle mai sentite prima. Mi parlano di loro. Gli offrono al cluster la merenda, la condividono senza liti, rispettosi del compagno. Ma si può essere davvero cosi felici con cosi poco? Mi chiedono una foto la facciamo tutti insieme per loro quello è un regalo che si portano da expo insieme ad alcuni gadget. La faranno vedere con vanto agli amici rimasti in casa famiglia. Loro a me lasciano la più grande esperienza di vita. Tante volte ho fatto la guida per i cluster ma questa è stata davvero speciale.  Un fare meccanico che quella volta si è trasformato in un fare bene per me stessa e soprattutto per gli altri.

Ricorderò per sempre un SILENZIO ASSORDANTE
Quando tutte le voci lasciano spazio a un silenzio che emoziona. Cluster biomediterraneo, fine luglio, un caldo asfissiante. Credo che gli architetti abbiano pure voluto ricreare il caldo del mediterraneo delle stagioni più torride. Federica , la mia grande compagna di viaggio, nonché il mio cluster officer mi dice che in serata ospiteremo la cerimonia per la fine del ramadan  e la commemorazione delle vittime dell’attentato in Tunisia, paese ospitato nel mio cluster. Io subito faccio scattare la mia operatività, pensando fosse un evento come tutti gli altri. Predispongo sedie, tavoli, ma non il mio animo. Subito mi accorgo che c’è qualcosa di diverso. Volti rispettosi e silenti, grandi capi di stato emozionati come bambini davanti al primo sorso d’acqua. Un minuto di silenzio fatto di emozioni condivise, occhi lucidi. Guardo Federica, incrocio il suo sguardo, lei è emozionata, piange! Mi accorgo che una lacrima bagna il mio volto, l’asciuga un capo di stato, avvolto nel suo abito bianco candido dal volto sofferente di chi non ha bevuto per tutto il giorno, mentre gli porgo la sua acqua , mi dice nella sua lingua un grazie con tono  emozionato e grato. L’ acqua insieme ad una fiaccola, simbolo di quella cerimonia cosi emozionate, diventano portatori di rinascita, dal sacrificio si passa alla festa, ci si augura la pace. Arrivano i datteri e con essi anche il suono, le lacrime lasciano il posto ai sorrisi. Svanisce il silenzio, ma quel minuto è rimasto impresso nel tempo e nella memoria.

Expo è stata STRETTE DI MANO
Quante volte si pronuncia la parola grazie! È cosi semplice , molte volte la diciamo senza pensarci, senza riflettere al suo valore. È stato il primo termine imparato nelle lingue del mio cluster. Ma se mi fermo a riflettere questa parola cosi usata e semplice è in realtà pienissima di significato. Forte da far emozione , da scuoterti dentro. Io in questi mesi ho detto diverse volte grazie, alcune volte per semplici gesti, altre volte molto sentiti, importanti, grazie a chi mi ha permesso di vivere questa esperienza, alle persone che mi sono state vicini, a chi mi ha dato fiducia, a chi ha condiviso con me questa avventura. Ma quando a ricevere questa parola sono stata io allora tutto cambia. Sono Gli ultimi giorni di expo. Sentimenti contrastanti , tristezza malinconia, tanta stanchezza. Alla fine ci sono sempre i premi. Si esce da expo, vado orgogliosamente a rappresentare il mio cluster alla premiazione dei cluster a palazzo unicredit. Ed è li, che arriva la stretta di mano, l’abbraccio che ricordo ancora oggi con grande emozione .Mi siedo contenta come una bambina davanti una scatola di caramelle, io li insieme a tutte le persone che hanno lavorato e fatto la storia di expo. Durante la premiazione il mio responsabile Filippo ringrazia anche me per il successo raggiunto. Una stretta di mano, e un abbraccio, alla mia collega visibilmente emozionata ,mi ha segnato più di tutte quelle mani strette a persone importanti  ma con le quali non ho condiviso nulla. È stato un piccolo gesto, veloce istintivo ma che porto dentro me con grande orgoglio professionale e soprattutto personale.

IL VERO SENSO, IL  SENSO DEL SENTIRE!!
Un sentire che viene dal cuore. Che immenso privilegio è quello di trascorrere le ore in un posto del genere. Certo il mio cluster è pieno di contraddizioni, difficile ma nello stesso tempo stimolante, che mi dava ogni giorno la possibilità di crescere e conoscere, affrontando  problemi cercando soluzioni e imparando cosa significhi lavorare. Ogni giorno ci si confronta con una cultura diversa. In pochissimo tempo si passa dal nervosismo, allo stupore alla felicità. Ma qualsiasi cosa successa durante la giornata al tramonto  si sentiva nell’aria qualcosa si magico. L’odore di cous cous tunisino avvolto dalla melodia dell’albero della vita. Per me quello è diventato l’albero dei sogni, tutta la stanchezza del giorno, le difficoltà svanivano davanti a questo immenso spettacolo.  Era come vedere uno spettacolo a cielo aperto senza pagare il biglietto! Che meraviglia. Ricordo l’ultima sera, l’ultimo spettacolo, io con i miei colleghi ormai diventati amici, carichi di adrenalina e qualche bicchiere di vino ,decidiamo di vederlo tutti insieme. Ci stringiamo gli uni agli altri, con la scusa del freddo, in realtà condividiamo un emozione che solo noi possiamo capire. Cosi istintivamente un braccio mi stringe le spalle. Le nostre teste si unisco in maniera spontanea. Siamo come incantanti, vorremmo che quel momento si fermasse, le lacrime scendono, i brutti pensieri svaniscono le incomprensioni tra colleghi non esistono più. Rimane solo il bello di quello che è stato. Sono triste ma nello stesso tempo felice.  Faccio di tutto per ricordarmi questa musica, non riprendo con il telefono mi perderei  l’emozione.  Quel suono mi /ci dice che è finita, che abbiamo realizzato un sogno ma che tutto continua!!!

IL TESTAMENTO DI UNA VITTORIA COMUNE!
Dopo questo viaggio nei ricordo a distanza di mesi mi si chiede cosa è stato expo per me?Expo è stata una caccia al tesoro. All’inizio di questo percorso nessuno sapeva cosa sarebbe successo in questi sei mesi, la più grande lezione che ho appreso da questa esperienza è che tutto si impara sul campo, le difficoltà si superano, che tutti hanno idee da proporre e condividere e la certezza che il gruppo vince sul singolo . Il mio tesoro è una valigia carica di esperienze, nomi , colleghi ma soprattutto di amici. Di persone conosciute che difficilmente potrò dimenticare, le Federiche, Chiara, Fabrizio, Francesco persone che sono diventati punti di riferimento non solo in questa  esperienza ma nella vita. La vera vittoria credo sia questa. Ho fatto di tutto per trovare il tesoro in questa splendida isola, per questo expo la sento anche mia, una mia personale vittoria.

Maria Laura Cordaro