Sanità in codice rosso

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Le ACLI Milanesi, la FAP-ACLI (Federaz. Anziani e Pensionati) e l’AVAL (Associaz. Volontari ACLI Lombardia) sono in campo a difesa di un pilastro del  WELFARE. A distanza   di 41 anni dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale è in discussione la tenuta del sistema.  L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l’allarme sulla sua sostenibilità (se le risorse dedicate scenderanno sotto il 6,5% del PIL, saranno a rischio l’accesso e la qualità delle cure ), e l’ultimo report OCSE “Health at a Glance Europe 2018” conferma che la nostra spesa sanitaria  è tra le più basse in Europa. La stampa segnala da tempo  la deriva: mancano 90mila infermieri, e sui medici, già sotto organico, i sindacati ( l’Anaao  Assomed) stimano che entro “ i prossimi 6 anni avremo il 50% di medici in meno”. La conferma dei disagi crescenti è venuta dai questionari distribuiti ai circoli ACLI : liste di attesa biblici, costi tiket e medicine per molti insostenibili. Così il 6,5 per cento della popolazione  non si cura più, e chi può ricorre a mutue ed assicurazioni (Metasalute, il fondo dei metalmeccanici arriverà a 1,5 milioni di iscritti:  le imprese  guadagnano perché la parte del salario dedicata è tassata la metà, ma, spiegano all’Anaao  Assomed, “ lo stato non incassa oltre 700 milioni di tasse, che potrebbero finanziare la sanità pubblica”. Le ACLI quindi, oltre al convegno del 25 maggio, intendono proseguire il percorso per portare il tema, con tutte le possibili alleanze che incroceranno, al centro delle agende delle Istituzioni competenti. “ La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità..” recita l’articolo 32 della Costituzione. Appunto: difendiamo la Costituzione e i nostri diritti.