Scomparso Giancarlo Ricotti, da settant’anni nelle Acli. Un esempio di fedeltà alla...

Scomparso Giancarlo Ricotti, da settant’anni nelle Acli. Un esempio di fedeltà alla Chiesa, al lavoro e alla democrazia email stampa

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Giancarlo Ricotti

La parola militante è quella che meglio definisce e racchiude il senso dell’esistenza di Giancarlo Ricotti , che ci ha lasciati nelle prime ore di questo 2017 dopo quasi settant’anni di ininterrotta presenza nelle ACLI milanesi.

La sua vicenda nel nostro Movimento, come lui stesso ricordava qualche anno fa in una sua nota autobiografica, datava al 1947, ed egli la esercitò dapprima rimanendo nel suo lavoro in una bottega di orologiaio dove apprese il gusto del lavoro assiduo e preciso, e poi la trasportò con grande passione in via della Signora quando nel 1971 gli venne richiesto di svolgere attività di “permanente” , come si diceva allora, presso la Sede provinciale, occupandosi del coordinamento della Segreteria. Egli si aggiunse così a quelle figure spesso misconosciute e mai assurte agli organi direttivi che tuttavia con il loro indefesso lavoro quotidiano permettevano alle ACLI milanesi e ai loro servizi di crescere, di svilupparsi, di diventare quello che sono al servizio del Vangelo, dei lavoratori e della democrazia. Nomi magari poco appariscenti, come quelli di Erminio Colnaghi, Franco Carcano, Enea Bertoni, Enrico Accardi e tanti altri, la cui memoria è tuttavia cara a tutti coloro che li hanno conosciuti come a dei veri e propri testimoni umili e laboriosi della passione aclista.

Giancarlo visse con fervore le difficili vicende degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, in particolare durante le due fasi presidenziali di Pietro Praderi, e la sua presenza fu spesso un elemento di equilibrio in situazioni complesse. In tempi diversi fece parte del Consiglio provinciale delle ACLI milanesi e di quello regionale lombardo. A livello di militanza di base egli fu Presidente del Circolo ACLI della Cagnola: nel 1968, trasferitosi nel recente quartiere della Creta, si iscrisse al Circolo già operante presso la parrocchia francescana di San Giovanni Battista e contemporaneamente assunse la guida del Comitato di quartiere – ancora informale- di Lorenteggio. Partecipò attivamente alla rifondazione del Circolo nel dicembre 1981, ponendolo sotto il significativo nome del Vescovo salvadoregno Oscar Arnulfo Romero, ora riconosciuto beato e martire dalla Chiesa di Papa Francesco, e ne assunse la guida per molti anni facendone un centro di attività ecclesiali, sociali e culturali di particolare rilievo. Nel 1993 ricevette, su proposta del suo catechista di un tempo Vittorino Colombo, l’onorificenza di cavaliere all’Ordine del merito della Repubblica italiana come riconoscimento della sua attività giovanile a supporto della Resistenza e della sua operosa attività sociale. Negli ultimi anni si era trasferito con la moglie Romana, partecipe di tutte le sue attività, ad Abbiategrasso, per stare vicino ai figli e ai nipoti, e lì è mancato.

Non è retorico dire che Giancarlo, a cui ci piace ora pensare come a un socio del grande Circolo ACLI del Paradiso, rimarrà sempre nei nostri cuori come un amico fedele e, una volta di più, come un inossidabile militante.